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LGBTQIA+

Il punto della situazione


In base al Rainbow Report di Ilga Europe(1), l’Italia si colloca al 34° posto tra i 49 Stati Europei e dell’Asia Centrale con solo il 25% dei diritti LGBTQIA+ raggiunti. Il 2022 si conferma un anno caratterizzato dall’assenza di una reale proposta legislativa in materia di diritti delle persone LGBTQIA+ e di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, nonostante la presentazione, in seno al Consiglio dei ministri, il 5 ottobre 2022, da parte dell’allora Ministra per le pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti(2), della “Nuova strategia nazionale LGBT+ 2022-2025”(3). Il documento rientra nel quadro della “Strategia Europea per l’eguaglianza delle persone LGBTQ 2020-2025”(4) ed è stato elaborato a seguito di un processo di consultazione con 66 associazioni di settore. Tuttavia, il testo si limita alla semplice riproposizione dei temi già previsti dalla Strategia Europea.

Il posizionamento politico della maggioranza eletta nel settembre 2022 lascia poco spazio alla possibilità di un maggiore riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA +, che sono invece sistematicamente oggetto di attacchi basati su posizioni ideologiche e con finalità di propaganda. Basti pensare che durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2022, tra i bersagli degli hate-speech vi sono state le persone LGBTQIA+, aggredite da una narrazione costruita sulla contrapposizione tra "natura" e "contronatura"(5). Infatti, gli hate-speech nei confronti della comunità LGBTQIA+ hanno occupato il 9% dei contenuti pubblicati durante la campagna elettorale. Non vi sono, a tutt'oggi, risposte concrete in grado di garantire una tutela effettiva dei diritti delle persone LGBTQIA+, come il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e la riforma dell'istituto della filiazione.

Sono ancora preoccupanti i numeri delle discriminazioni anche in ambito lavorativo. Secondo il rapporto ISTAT, il 41,4% delle persone ha riferito di essere stato svantaggiat* nel corso della propria vita lavorativa a causa del proprio orientamento sessuale; per tale ragione il 61,2% degli intervistat* riferisce di aver evitato di parlare della propria vita privata fino anche a nascondere il proprio orientamento sessuale. Inoltre, secondo l'indagine, circa sei persone su dieci hanno sperimentato almeno una forma di micro-aggressione in ambito lavorativo legata all'orientamento sessuale e il 34,5% del campione ha dichiarato di aver subito almeno un evento di discriminazione durante lo svolgimento del proprio lavoro, soprattutto in termini di avanzamento di carriera o di scatto salariale(6). Nonostante i dati, la maggior parte delle violenze nei confronti delle persone LGBTQIA+ non viene denunciata per timore di ulteriori ritorsioni, di non essere credut* o di dover affrontare pubblicamente lo stigma legato all’orientamento sessuale o all’identità di genere(7).

L'osservatorio nazionale sui femminicidi, lesbicidi e trans-cidi, a cura dell'associazione "Non Una Di Meno", ha registrato 117 vittime nel 2022(8) di cui 9 persone transessuali, tra questi è ricompreso il suicidio della professoressa Cloe Bianco, causato dal clima di transfobia sul luogo di lavoro. L’Italia è uno tra i paesi europei in cui i richiedent* asilo LGBTQIA+ subiscono una doppia discriminazione(9).

Interventi giurisprudenziali e normativi. Per contrastare il fenomeno dell’hate speech in ambito di omolesbotransfobia, nell’ottobre 2022 il Deputato Alessandro Zan ha presentato una nuova proposta di legge alla Camera dei deputati, ricalcando il D.d.l della precedente legislatura, tuttavia con pochissime possibilità di ottenere il consenso necessario all’approvazione.(10) Nel 2022, l'Italia è ancora sprovvista di una legge che preveda esplicitamente l'adozione per le coppie omosessuali e la trascrizione dell’atto di nascita dei figl* nat* all'interno di famiglie formate da genitori dello stesso sesso. La previsione di tale istituto è necessaria per tutelare le 20.000 persone in unione civile che dichiarano un orientamento omosessuale o bisessuale e di cui l'8,4% ha figl* conviventi(11), tanto nell’ipotesi di trascrizione di atti di nascita formati all’estero, che nella formazione di atti di nascita e riconoscimento di filiazione in Italia, con riguardo ai due genitori dello stesso sesso.

Nel corso del 2022 diverse città italiane hanno bloccato e negato la trascrizione di figli* in campo ad entramb* i genitori, prevedendo la trascrizione solo nei confronti del genitore biologico. La tendenza è stata poi confermata con l’emanazione della circolare 3 del 2023(12), seguita alla pronuncia a Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione n. 38162 del 30 dicembre 2022(13) . Tale sentenza ha statuito che il provvedimento straniero che attesta il rapporto di filiazione, sia con il genitore biologico sia con quello d'intenzione, di un bambino nato da maternità surrogata deve ritenersi contrario all'ordine pubblico e di conseguenza la trascrizione dell'atto non automatica. La Suprema Corte mantiene la previsione del riconoscimento giuridico del legame affettivo attraverso l'adozione in casi particolari, ai sensi dell'art. 44, co. 1, lett. d), L. n. 184 del 1983. L’orientamento italiano sarà nel 2023 smentito dal Parlamento Europeo attraverso un emendamento presentato da Renew Europe(14), poiché costituisce un preoccupante “più ampio attacco contro la comunità LGBTQI + in Italia”.

Nel luglio 2023 è stata approvata e trasmessa al Senato la proposta di legge sulla perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano, da intendersi come crimine universale. I rischi di un’ipotesi del genere sui figli delle coppie omogenitoriali appaiono davvero preoccupanti(15). A livello sovranazionale, a seguito di un omicidio omofobico avvenuto in Slovacchia, il Parlamento europeo ha adottato la Risoluzione 2022/2894 (RSP)(16) per condannare fermamente ogni forma di odio e violenza, nonché qualsiasi attacco fisico o verbale, contro le persone sulla base al loro genere, orientamento sessuale, identità o espressione di genere e caratteristiche sessuali.


Raccomandazioni


Il clima di discriminazione verso le persone LGBTQIA+ si inserisce in un sistema di violenza strutturale basata sull’imposizione di un sistema binario, a discapito del rispetto di tutte le identità di genere e gli orientamenti sessuali. Il contesto italiano si caratterizza ancora per una cultura dai tratti omolesbotransfobici, quanto meno nella sua espressione politica di maggioranza. Per questi motivi si raccomanda di:


  • Considerare le scuole e le Università come luoghi primari di contrasto alle violenze di genere, alle discriminazioni e ai crimini e discorsi d’odio, tanto in termini di prevenzione e sensibilizzazione che di contrasto al fenomeno, mettendo a disposizione risorse finanziarie strutturali a tal fine;


  • Prestare maggiore cura nella scelta del linguaggio in tutti livelli di comunicazione: politica, istituzionale e privata, privilegiando la diffusione di un linguaggio inclusivo e non stigmatizzante;


  • Adottare misure legislative specifiche contro le discriminazioni omolesbotransfobiche e le condotte penalmente rilevanti legate all’orientamento sessuale e all’identità identità o espressione di genere e caratteristiche sessuali, prevedendo strumenti di tutela per le vittime;


  • Riformare la disciplina della filiazione e dell’adozione nell’ottica di tutela dei figl* di tutte le coppie omogenitoriali;


  • Garantire maggiore riconoscimento giuridico alle formazioni sociali familiari diverse dal binomio uomo-donna;


  • Prevedere percorsi di formazione per tutti gli attori civili ed istituzionali;


  • Garantire un pieno riconoscimento, anche dal punto di vista sostanziale, del diritto alla salute, incluse le procedure e il trattamento dei percorsi di transizione;


  • Abbandonare l’ottica patologizzante delle persone LGBTQIA+ e decostruire lo stigma culturale dei percorsi di orientamento sessuale e identità di genere attraverso la diffusione di modelli culturali inclusivi alle espressioni e identità di genere;


  • Prevedere e stanziare fondi per misure di reddito di auto-determinazione per le persone LGBTQIA+ vittime di violenza e discriminazione che intraprendono percorsi di autonomia;


  • Prevedere risorse e finanziamenti per i servizi di autodeterminazione e fuoriuscita dalla violenza come Shelter e Case Rifugio;


  •  Riconoscere e tutelare le soggettività LGBTQIA+ come determinato “gruppo sociale” ai fini della legislazione sulla protezione internazionale.



Note


(1) - https://www.ilga-europe.org/files/uploads/2022/06/rainbow-map-2022.pdf

(2) - https://unar.it/portale/strategia-nazionale-lgbt-2022-2025

(3) - https://unar.it/portale/documents/20125/113907/Strategia+nazionale+LGBTI%2B+2022+rev+A.pdf/8f04f55a-ee93-92b5-2bf3-d5bd59e7c163?t=1665040970207, si veda anche https://unar.it/portale/documents/20125/113907/Decreto+direttoriale+adozione+Strategia+LGBT%2B-signed.pdf/34fcce87-7806-c9f4-271b-9115ca5244cc?t=1665077090248;

(4) - https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020IR5861&from=EN

(5) - Barometro dell'odio. Elezioni politiche 2022, Amnesty International

(6) - https://www.istat.it/it/files//2023/05/report-discriminazioni-15maggio.pdf 

Si veda anche, Derald Wing Sue e Lisa Beth Spanierman, Le microaggressioni. La natura invisibile della discriminazione, Raffaello Cortina Editore, 2022

(7) - https://www.retemeduse.it/wp-content/uploads/2023/11/report-lesbofobia-2023.pdf

(8) - https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/anno/2022/

(9) - https://www.dirittoconsenso.it/2022/06/08/la-tutela-dei-diritti-lgbt-nellunione-europea/#_ftn4

(10) - https://pagellapolitica.it/articoli/nuovo-ddl-zan-novita; https://pagellapolitica.it/articoli/nuovo-ddl-zan-senato-cosa-succede;

(11) - https://www.welforum.it/wp-content/uploads/2022/09/LUG02_LGBT.pdf

(12) - https://dait.interno.gov.it/documenti/circ-dait-003-servdemo-19-01-2023.pdf

(13) - https://www.formazionegiuridica.org/images/Sentenze/Sez_Unite_38162-2022.pdf

(14) - https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/comunicati/trascrizione-figli-coppie-omogenitoriali#:~:text=%E2%80%9CI%20Sindaci%20italiani%20%E2%80%93%20continua%20l,'orientamento%20sessuale%20dei%20genitori%E2%80%9D.

(15) - https://www.camera.it/leg19/126?tab=&leg=19&idDocumento=0887

https://www.altalex.com/documents/news/2023/10/07/maternita-surrogata-reato-universale

https://www.diritto.it/il-reato-di-maternita-surrogata-ratio-e-questioni

(16) - https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52022IP0372

Marcella Di Folco

Marcella Di Folco

(Roma 1943 - Bentivoglio 2010)
IL DIRITTO AD AUTODETERMINARSI, ANCHE NEL GENERE: STORIA DI MARCELLA DI FOLCO, UNA DELLE PRIME E PIÙ FAMOSE DONNE TRANS ITALIANE

“Io dovevo solo consegnare una lettera. Lui stava girando uno dei suoi primi film. All’improvviso mi guarda e mi dice ”. A pronunciare quelle parole fu Federico Fellini. L’ignaro portalettere era invece Marcella Di Folco. Ma per dieci anni nei titoli di coda del regista appariva un nome diverso: Marcello Di Falco. E se per il cognome era semplicemente una questione “artistica”, la storia dietro quel nome racconta l’impegno incessante di una persona per un diritto essenziale, quello all’autodeterminazione del proprio genere. Marcella nacque nel 1943 a Roma, tra tutte le difficoltà della capitale nel secondo dopoguerra. Specie per chi, come lei, proveniva da una famiglia strettamente legata al Ventennio e caduta in disgrazia alla fine del conflitto.

Ma la vera sfida, come detto, arrivò anni dopo, quando divenne una delle protagoniste della battaglia per i diritti delle persone trans. Non era una battaglia scontata, alla fine degli anni Sessanta, tanto che Marcella impiegò oltre dieci anni per veder riconosciuto a lei - e a chiunque - il diritto alla modifica dei caratteri sessuali, tramite una legge del 1982. Ma Marcella era stata sempre un passo avanti a tutti e, anticipando il provvedimento, si era già recata nel 1980 a Casablanca per l’operazione, a conclusione di un decennio di riflessioni e cure ormonali.

“Devi essere tu a volerlo, non farti obbligare. Dal fidanzato come dall’anagrafe”, disse.

Nel frattempo proseguiva una carriera importante con il già citato Fellini, Rossellini, Risi e Monicelli, oltre a lavorare al Piper, storico locale romano. Negli anni Ottanta la carriera cinematografica lascia progressivamente spazio all’attivismo per i diritti di genere, mentre Marcella si trasferisce a Bologna. Diventa la presidente del MIT (Movimento Identità Transessuale), modificando radicalmente l’associazione e riuscendo a far aprire un consultorio di genere: sarà il primo al mondo gestito interamente da persone transgender. Il suo attivismo continua anche negli anni ‘90, quando diventa consigliera comunale a Bologna, anche in questo caso prima donna trans a ricoprire un incarico simile.

“Non sei Maschio. Non sei Femmina. Non sei quello che devi essere, quindi, non sei niente. In un mondo che ti annulla, trovare le parole per dirsi, per raccontarsi, a volte anche solo per dimostrare che esisti, è difficile”.

Queste parole riescono a riassumere ciò che fu Marcella. Le sue battaglie per i diritti, la sua determinazione, la sua forza, le sue vittorie. Fino al 2010, fino a quando un tumore se la portò via il 7 settembre di quell’anno. La sua memoria è viva in chi porta avanti le lotte per le persone trans e per la libertà di genere.