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Profughə e richiedentə asilo

Il punto della situazione


Nel 2022 il numero degli arrivi via mare è aumentato rispetto al 2021(1) mentre quello dei decessi resta simile (1.453 nel 2022 e 1.545 nel 2021)(2). La rotta del Mediterraneo Centrale rimane tra le più pericolose al mondo. La Libia resta il primo paese per partenze ma si nota un importante aumento di partenze dalla Tunisia. A questi Stati l’Unione europea ha destinato centinaia di milioni di euro per il controllo delle frontiere(3) e la grande preoccupazione di ONG, osservatori e società civile è che tali risorse siano state e continuino ad essere impiegate dalle autorità locali in attività e pratiche lesive dei diritti umani. Il Memorandum Italia - Libia del 2017 è stato rinnovato per ulteriori tre anni, nonostante si stimi che in questi anni oltre 85.000 persone siano state intercettate e condotte dalla cd. guardia costiera libica nei centri di detenzione, in cui la violazione sistematica dei diritti fondamentali è ormai acclarata da tempo(4). Il tema dei salvataggi in mare da parte delle ONG è rimasto al centro del dibattito pubblico. Nonostante le accuse di questi anni, continua a non esserci alcuna prova dell’illegalità nelle operazioni di ricerca e soccorso. Inoltre, è ormai pacifico il fatto che le ong non costituiscano un fattore di attrazione per le partenze(5). Eppure nel 2022 il Governo Meloni ha approvato un decreto particolarmente controverso, i cui effetti sono chiari: ostacolare le operazioni delle ONG, in linea con gli esecutivi precedenti. Il provvedimento non tiene però conto che sul numero totale dei salvataggi le ONG incidono per il 14% circa, offrendo un importante sostegno dell’attività di soccorso già garantita dalla Guardia Costiera(6). Nel corso del 2022 le domande di protezione internazionale presentate sono state 84.289, il 57% in più rispetto all’anno precedente(7). Il numero delle decisioni adottate sulle domande di asilo è 58.478, a fronte delle 51.931 del 2021. Il dato è significativo perché dimostra la difficoltà delle Commissioni territoriali ad assicurare un esame completo entro tempi ragionevoli, anche a causa della strutturale carenza di personale impiegato negli uffici competenti per le questioni migratorie.

L'accesso alla domanda di protezione internazionale. In alcune città italiane si sono registrati, anche nel 2022, diversi ostacoli al rispetto del diritto di asilo. La carenza di interpreti, le istanze contingentate, la richiesta arbitraria di documenti integrativi e la mancanza di un sistema di prenotazione hanno determinato lunghissime file di fronte alle Questure, tra cui Milano(8), Roma, Torino(9) e Napoli(10). Le difficoltà nell’accesso alla domanda di protezione internazionale si sono spesso tradotte nell’impossibilità di presentarla, in violazione delle norme internazionali e nazionali. Le gravi inadempienze della pubblica amministrazione, oltre a impedire l’accesso a una serie di diritti essenziali, hanno prodotto un’ulteriore conseguenza: lə richiedenti asilo, forzatamente accampatə all’esterno dei cancelli delle Questure per giorni, sono statə consideratə una minaccia alla sicurezza pubblica. Hanno rischiato una sanzione per bivacco o un ordine di allontanamento o lo sgombero da parte delle Forze dell’ordine in assetto antisommossa(11). Sottoporre le persone a interminabili file e nottate all’addiaccio, indipendentemente dalle condizioni climatiche e dalle possibili vulnerabilità, lede i diritti fondamentali della persona. Questo è quello che ha ribadito una sentenza del Tribunale di Roma in seguito a un ricorso presentato da un richiedente gambiano con il sostegno di A Buon Diritto Onlus, che ha provato a chiedere protezione per otto volte(12).

La protezione temporanea tra luci e ombre. In seguito all’invasione dell’Ucraina il Consiglio europeo ha adottato le misure della Direttiva europea 2001/55, che ha carattere eccezionale ed è attivabile in caso di afflusso rilevante di persone sfollate. La misura si è dimostrata efficace per oltre 180.000 cittadinə ucrainə in Italia(13). La protezione temporanea e le altre misure accessorie sono state richieste più volte nel corso di questi anni, dai paesi di primo approdo interessati dagli arrivi via mare. Tuttavia, ciò non è stato possibile a causa della necessità di arrivare alla maggioranza qualificata in seno al Consiglio, mai raggiunta per l’opposizione di alcuni Stati membri. In ottemperanza alla decisione del Consiglio, con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28/3/2022, si considerano beneficiariə della protezione temporanea cittadinə ucrainə o di Paesi terzi o apolidi con permesso di soggiorno permanente che beneficiavano di protezione internazionale o nazionale, e loro familiari, sfollatə dall’Ucraina dal 24/2/2022. La decisione esclude alcune categorie come cittadinə ucrainə già residenti all'estero antecedentemente alla data indicata. Così come lascia la facoltà ai singoli Stati Membri di riconoscere la protezione temporanea anche ad apolidi riconosciutə e cittadinə di Paesi terzi titolari di un permesso di soggiorno non permanente e alle persone fuggite dall'Ucraina non molto tempo prima del 24 febbraio 2022, a causa dell'acuirsi delle tensioni, o che si trovavano nel territorio dell'Unione a ridosso di tale data. Tuttavia, il Governo italiano ha applicato la decisione del Consiglio in maniera restrittiva, escludendo una serie di potenziali beneficiariə altresì meritevoli di protezione.



Raccomandazioni


  • Garantire alle persone con bisogno di protezione l’effettivo accesso alla domanda di asilo e ai diritti connessi, potenziando il personale degli uffici preposti e migliorando la qualità delle procedure di registrazione ed esame delle domande;


  • Cessare qualsiasi accordo o intesa con gli stati dell’Africa mediterranea quando è rilevata una sistematica violazione dei diritti fondamentali delle persone migranti;


  • Sostenere le attività di search and rescue delle ONG e implementare una missione di salvataggio europea;


  • Estendere le misure della Direttiva 2001/55 a tutte le persone con bisogno di protezione;


  • Promuovere una riforma efficace del sistema comune di asilo europea, con particolare riguardo a principi di solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità tra stati UE, anche introducendo un meccanismo effettivo di assegnazione della competenza ad accogliere ed esaminare le domande di asilo superando il criterio del primo paese di ingresso irregolare del cd. Regolamento Dublino III.



Note


(1) - http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/cruscotto_statistico_giornaliero_31-12-2022-rev.pdf

(2) - Fonte: UNHCR

(3) - https://www.oxfamitalia.org/aiuti-ue-usati-per-il-blocco-dei-migranti-in-africa/

(4) - https://www.amnesty.it/appelli/italia-libia-cancellare-il-memorandum-dintesa/#:~:text=Il%20Memorandum%20d'Intesa%20tra,entro%20il%202%20novembre%202022.

(5) - https://www.ilpost.it/2022/12/04/frontex-ong-pull-factor/

(6) - https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/01/18/migranti-guardia-costiera-11mila-soccorsi-da-navi-ong-nel-2022_d1be8291-3f6c-450e-815a-2d7160e7b6cb.html

(7) - http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/confronto_anni_2021_-_2022_.pdf

(8) - https://naga.it/2022/12/19/la-domanda-di-protezione-internazionale-a-milano/

(9) - https://www.asgi.it/asilo-e-protezione-internazionale/torino-questura-prassi-violazione-diritto-stranieri/

(10) - https://openmigration.org/analisi/protezione-internazionale-i-ritardi-di-napoli/

(11) - https://www.google.com/url?q=https://www.meltingpot.org/2022/07/diritto-di-asilo-ostacolato-e-sanzioni-alle-persone-in-coda-in-questura-a-milano/&sa=D&source=docs&ust=1697711244828509&usg=AOvVaw08EekvEUfYdI1LQq1NzOmh

(12) - https://www.abuondiritto.it/storage/app/media/immagini_notizie/30648451s-1.pdf

(13) - https://mappe.protezionecivile.gov.it/it/mappe-e-dashboards-emergenze/mappe-e-dashboards-ucraina/richieste-di-protezione-temporanea/

Jerry Masslo

Jerry Masslo

(Umtata 1959 - Villa Literno 1989)
IN MEMORIA DI JERRY MASSLO, ATTIVISTA CONTRO L'APARTHEID AL QUALE L'ITALIA RIFIUTÓ LO STATUS DI RIFUGIATO, UCCISO MENTRE DIFENDEVA BRACCIANTI COME LUI NELLE NOSTRE CAMPAGNE

“Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un'accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono rimasto deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo.”

Jerry Essan Masslo è stato un rifugiato politico sudafricano. Nato nel paese dell'apartheid, arrivò in Italia alla fine degli anni ‘80 dopo essere cresciuto nella violenza e nella discriminazione. Suo padre era uno dei tanti desaparecidos (o missing) della dittatura sudafricana. La sua famiglia una delle tante di fatto schiavizzate per mantenere al potere un’élite corrotta, incapace e profondamente violenta. Combatté nel suo paese per abbattere questo regime a rischio della sua vita e di quella dei suoi familiari. Perseguitato, dovette far scappare i suoi in Zimbabwe e, in seguito, fuggì lui stesso.

Fuggì, appunto, da clandestino. Nell'unico modo in cui si può fuggire da tanti, troppi paesi. Fuggì per cambiare vita, per cercare un futuro migliore per sé e per la propria famiglia. Fuggì perché era giusto farlo. Fuggì per combattere ancora. Arrivò in Italia. Irregolare. Il nostro governo gli rifiutò lo status di rifugiato, probabilmente per non turbare i rapporti con l'aberrante regime sudafricano. E Jerry, per sopravvivere, andò a fare il bracciante nel meridione. Lottò anche lì, lottò fino alle fine. Fino a quando fu ucciso da dei delinquenti comuni che affrontò coraggiosamente mentre tentavano di derubare lui e altri migranti della misera paga quotidiana all'interno della baraccopoli nella quale viveva.

Vorremmo davvero scrivere che, da allora, vi siano stati cambiamenti importanti. Vorremmo, ma non lo scriveremo. Perché quando, nel giugno 2018, è morto Soumaila Sacko - e prima e dopo di lui molti altri - abbiamo visto e letto cose anche peggiori rispetto al 1989. Perché le storie di quelli come lui, quelli che ci ricordano che da qualche parte, vicino e lontano, molti soffrono, devono essere accantonate e tenute nascoste. Perché chissà che ci si renda conto che gli oppressi non hanno confini.

Scusaci Jerry, avremmo voluto scrivere un finale migliore ma per ora non possiamo farlo. Ma non temere, il libro della storia non è chiuso, e sull'ultima pagina saranno quelli come te a lasciare il loro segno.