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Autodeterminazione Femminile

Il punto della situazione


Il tema dell’autodeterminazione femminile continua nel 2022 a costituire una sfida culturale oltre che un target di intervento di alcune misure economiche e normative, a vario titolo rivendicate dai decisori politici.

Il numero delle vittime di omicidio risulta, secondo la nota Istat(1), in crescita rispetto al 2021, con una percentuale di aumento del 6,2%: nel 2022 si registrano 322 vittime, di cui 126 donne. Quasi la metà di queste sono state uccise da un partner o da un ex partner ed un terzo da un parente, tutti di sesso maschile. In generale, si osserva come il 92,7% delle donne uccise sia vittima di un uomo. L’Istat stima il numero dei femminicidi nel 2022 in 106, sul totale delle 126 donne uccise. Il dato appare in linea con gli ultimi tre anni, nonostante l’entrata in vigore nel 2019 del c.d. Codice Rosso. Per le donne si conferma un quadro in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. L’80% delle vittime di c.d. reati spia di contesti di violenza di genere nel 2022 sono donne. Nello stesso anno più di 5000 donne hanno subito violenza sessuale, una tendenza di costante aumento, e sono stati registrati 1.196 ricoveri ordinari di donne con indicazione di violenza(2). Emerge ancora un contesto di violenza maschile contro le donne di natura sistemica e che riguarda numerosi aspetti, inclusi quelli economico e culturale, evidentemente non sanabile soltanto con misure repressive(3).

In termini di discriminazione di genere nei livelli occupazionali e retributivi, nonostante i percorsi accademici delle donne risultino migliori di quelli maschili, il tasso di occupazione femminile continua a essere inferiore rispetto a quello maschile. Secondo il rapporto 2022 di AlmaLaurea(4), a un anno dal titolo i laureati hanno l’11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle laureate. La componente femminile, che pure resta complessivamente la maggioranza (59,7%), diminuisce nel passaggio dal primo al secondo livello di studi universitari. Sul piano occupazionale, il rapporto annuale dell’Istat(5), registra nel 2022 un andamento incrementale del numero di donne occupate, con una percentuale del 42,2%. Nonostante questo dato, il divario con la media dell’UE resta consistente, e l’Italia nel 2022 si conferma uno dei paesi europei con il tasso più basso di occupazione femminile, pari al 55% rispetto al 69% della media EU donne nella fascia 20-64 anni. La partecipazione delle donne al mondo del lavoro rimane legata alla gestione del carico familiare, alla disponibilità di servizi per l’infanzia e ai modelli culturali. Il tasso di occupazione è dell’80,7% delle donne nella fascia 25-49 che vivono da sole e del 58,3% per le donne madri. Restano ancora diffuse le violenze e le discriminazioni nei confronti di donne con disabilità, le cui preoccupazioni principali sono espresse nel Rapporto Ombra del FID (Forum Italiano della Disabilità).(6) Complessivamente, in considerazione dell’indice globale sulla base dei diversi fattori, il World Economic Forum colloca nel “Global Gender Gap Report 2022” l’Italia al posto 63 di 146(7).

Aggiornamenti normativi. La legge n. 53 del 2022, entrata in vigore nel giugno 2022(8)volta a garantire un flusso informativo adeguato per cadenza e contenuti sulla violenza di genere contro le donne, ha potenziato la raccolta di dati statistici sulla violenza di genere attraverso un maggiore coordinamento di tutti i soggetti coinvolti(9). La legge intende attribuire rilievo statistico al sesso della persona offesa, registrando la caratteristica del genere nel quadro informativo sulla violenza contro le donne in Italia e disciplinando la raccolta organica di dati, con l’obiettivo di monitorare il fenomeno ed elaborare interventi di prevenzione e contrasto. La legge di bilancio n. 197 del 2022 ha previsto un incremento di 15 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023 delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, finalizzato al potenziamento delle azioni previste dal Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica(10). Nonostante la stessa legge di bilancio avesse previsto per l’anno 2023 un abbassamento dell’aliquota Iva sui prodotti per l’igiene femminile e alcuni prodotti per la prima l’infanzia, la misura non verrà confermata per il 2024(11). Il 30 dicembre 2022 è entrata in vigore la c.d. “Riforma Cartabia” del processo penale e del sistema sanzionatorio penale (d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150)(12). Le principali novità introdotte dalla riforma sul tema della violenza di genere riguardano la procedibilità a querela di alcuni reati e il maggior utilizzo della c.d. giustizia “riparativa”, strumento di risoluzione di conflitti con l’ausilio della figura terza di un “mediatore”, iscritto in un apposito albo. L’applicazione concreta di tali strumenti, ancora non omogenea a livello nazionale, deve necessariamente tenere conto dei rischi che potrebbero presentarsi nelle situazioni inerenti a dinamiche di violenza di genere(13). La riforma prevede anche alcune disposizioni specifiche a tutela delle vittime di reati di violenza di genere, in continuità con l’intervento legislativo del c.d. Codice Rosso del 2019. Nel 2023, sono state approvate la legge n. 12 del 2023, che prevede l'istituzione di una Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio, la legge n. 122 del 2023(14), che interviene su alcuni aspetti procedurali relativi alla persecuzione dei reati di genere e la legge n. 168 del 2023, “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, entrata in vigore il 09 dicembre 2023, che ripropone interventi di natura emergenziale e in chiave securitaria, già dimostratesi inefficace(15). A livello internazionale, a marzo 2022, in seno alla sessione 53° della Commissione statistica ONU, è stato approvato lo “Statistical framework for measuring the gender-related killing of women and girls (also referred to as femicide/feminicide), a cura di UN Women e UNDOC(16). Nel documento vengono definiti omicidi di genere, comunemente detti femminicidi, quelli che riguardano l’uccisione di una donna in quanto donna. L’Italia ha aderito all’intento delle Nazioni Unite(17). Sul piano europeo, si segnala la proposta di Direttiva della Commissione Europea per contrastare la violenza contro le donne e la violenza domestica (COM/2022/105)(18) che ricomprende espressamente nella definizione di violenza anche gli atti di natura economica, cristallizzando la “violenza contro le donne” e la “violenza domestica” come condotte che provochino danni e sofferenze anche di tipo economico(19).

Nel panorama nazionale ed europeo gli interventi istituzionali contro la violenza di genere continuano ad essere spesso inseriti all’interno di provvedimenti emergenziali. In Italia, la violenza di genere continua a essere considerata un fatto privato e manca una presa di responsabilità da parte della politica sulla dimensione collettiva e culturale del fenomeno. La risposta delle istituzioni rimane inadeguata e parziale, limitata a soluzioni repressive e securitarie, in ottica di strumentalizzazione del fenomeno.


Raccomandazioni


  • Considerare le scuole e le Università come luoghi primari di contrasto alle violenze di genere, in termini di prevenzione e contrasto, mettendo a disposizione risorse finanziarie strutturali;


  • Attivare percorsi strutturati di prevenzione e contrasto della violenza di genere con realtà territoriali e servizi di prossimità del tessuto sociale in maniera sistematica e diffusa su tutto il territorio nazionale;


  • Prevedere percorsi di formazione per tutti gli attori civili ed istituzionali;


  • Garantire un pieno riconoscimento, anche dal punto di vista sostanziale, del diritto alla salute, incluso il rispetto della legge 194/78;


  • Allocare maggiori risorse e finanziamenti per i servizi di autodeterminazione e fuoriuscita dalla violenza come CAV e Case Rifugio;


  • Stanziare fondi per misure di reddito di autonomia come garanzia di indipendenza per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita dalla violenza e implementare politiche in grado di supportare le donne nella ricostituzione di un percorso di vita autonomo;


  • Implementare Politiche strutturali in grado di sostenere l’equa distribuzione di carichi familiari e del lavoro domestico;


  • Potenziare strumenti normativi a tutela delle donne vittime di violenza in tutti i percorsi giudiziari che sono costrette ad affrontare, fuori dall’ottica di inasprimento delle pene e dello stigma sociale, bensì finalizzate alla tutela tempestiva e precoce delle donne che si rivolgono ai servizi per intraprendere percorsi di fuoriuscita dalla violenza per sé e per i propri figli;




Note


(1) - https://www.istat.it/it/files/2023/11/Vittime-di-omicidio-2022.pdf

(2) - https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioNotizieDonna.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=6402#:~:text=nel%202022%20si%20sono%20registrati,in%20media%201%2C1).

(3) - https://ejbn4fjvt9h.exactdn.com/uploads/2023/11/CIO-CHE-E-TUO-E-MIO-previewsingole-3.pdf

(4) - https://www.almalaurea.it/sites/default/files/2022-11/almalaurea_profilo_rapporto2022.pdf

(5) - https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Capitolo-2.pdf

(6) - https://www.informareunh.it/wp-content/uploads/FID-rapporto-ombra-per-GREVIO-2023-ITA.pdf

(7) - https://www3.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2022.pdf

(8) - https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2022;53#:~:text=1.,un%20effettivo%20monitoraggio%20del%20fenomeno.

(9) - https://temi.camera.it/leg19/temi/violenza-contro-le-donne.html

(10) - https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/12/29/22G00211/sg

(11) - https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01392086.pdf

(12) - https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2022-10-10;150

(13) - https://www.sistemapenale.it/pdf_contenuti/1666122601_testo-riforma-18102022-sp-def.pdf

(14) - https://temi.camera.it/leg19/temi/violenza-contro-le-donne.html

(15) - https://www.programmagoverno.gov.it/it/notizie/focus-disposizioni-per-il-contrasto-della-violenza-sulle-donne-e-della-violenza-domestica-legge-n-1682023/#:~:text=La%20Legge%2024%20novembre%202023,vigore%20il%2009%20dicembre%202023.

(16) - https://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/statistics/Statistical_framework_femicide_2022.pdf

(17) - https://www.unwomen.org/sites/default/files/2023-11/gender-related-killings-of-women-and-girls-femicide-feminicide-global-estimates-2022-en.pdf

(18) - https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52022PC0105

(19) - https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_STU(2022)730329

Franca Viola

Franca Viola

(Alcamo 1948 - )
FRANCA VIOLA: LA PRIMA DONNA A RIFIUTARE UN MATRIMONIO RIPARATORE CON L'UOMO CHE L'AVEVA VIOLENTATA

Siamo nel 1965 ad Alcamo, in Sicilia.

Franca ha diciassette anni ed è, come potete vedere dalla foto, una ragazza bellissima. La ragazza più bella del paese. Filippo Melodia, nipote di un boss locale, la brama da tempo e decide di rapirla così da averla tutta per sé.

Sì, perché in quel 1965 in Italia l'articolo 544 del codice penale prevede che i reati di rapimento e stupro si possano estinguere con un matrimonio riparatore. Il violentatore non paga per i suoi crimini e la vittima salva il proprio onore, in obbedienza a un codice morale che definire squallido è niente. Il 26 dicembre, Melodia con l'aiuto di dodici sgherri irrompe nella casa dei Viola, malmena la madre, rapisce la ragazza e suo fratello di otto anni. Il piccolo viene presto rilasciato mentre Franca viene stuprata e segregata per otto giorni in un casolare.

A Capodanno il padre di Franca fu contattato dai parenti di Melodia per la cosiddetta "paciata", un incontro in cui venne informato che la figlia non era più "illibata" e furono stabiliti i dettagli del matrimonio riparatore. Un matrimonio che però né Franca né suo padre erano disposti ad accettare. Perché Franca aveva deciso, finalmente, che si poteva dire no al matrimonio riparatore: in questa battaglia ebbe il supporto della sua famiglia. Il padre finse quindi di accettare la proposta e chiamò la polizia che il due gennaio fece irruzione nel casolare arrestando Melodia. Seguì un processo che condannò lo stupratore a undici anni di carcere e soprattutto dimostrò quanto fosse vergognosa la legislazione nell'ambito del diritto di famiglia. Bisognerà attendere addirittura il 1981 perché il parlamento italiano si degni di cancellare gli articoli del codice penale relativi al delitto d'onore e al matrimonio riparatore. Franca e la sua famiglia furono a lungo emarginate dall'intera comunità in cui vivevano, ma ebbero la forza di non piegarsi a un codice morale vergognoso. La giovane in seguito si sposerà con Giuseppe, l'uomo che amava e ama ancora.

Oggi ha due figli adulti e una nipote bellissima come lei.

Continua a essere una donna coraggiosa e libera e a combattere per quello in cui crede.